Le piante succulente variegate - La Casa delle Grasse

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Le piante succulente variegate

Le piante grasse > Schede teratologia
Le piante variegate sono quelle piante in cui si notano delle mancanze localizzate di clorofilla. La clorofilla, dal greco  chloros = verde e phyllon = foglia, è un pigmento di colore verde presente nei grani dei cloroplasti delle cellule vegetali o negli organismi che realizzano la fotosintesi clorofilliana. La clorofilla si trova, in natura, nella grande maggioranza delle foglie e dei fusti giovani delle piante, insieme con altri pigmenti, quali la carotina (di colore rosso-arancione) e la xantofilla (gialla). La clorofilla, come è comunemente intesa, è una mescolanza di due clorofille, una verde bluastra (clorofilla a) e una verde giallastra (clorofilla b) sensibili a due lunghezze d'onda leggermente diverse. Entrambi i tipi di clorofilla assorbono principalmente la luce blu-violetto e rosso-arancione, mentre non assorbono la luce verde e quella gialla, che vengono riflesse.
La fotosintesi clorofilliana, così si chiama questo processo di trasformazione che avviene all'interno della pianta, è suddivisa in due fasi: la fase luminosa (luce-dipendente) in cui l'energia è indispensabile per la formazione del processo ed una fase oscura (luce-indipendente) in cui avviene un ulteriore processo d trasformazione e non occorre la presenza di luce.
La funzione della clorofilla è, in estrema sintesi e semplificazione, quella di trasformare l'energia luminosa captata in energia chimica rendendo così possibile il processo fotosintetico e cioè la sintesi di vari composti organici (amido, zuccheri) a partire da acqua e da diossido di carbonio.
Affinché avvenga il processo fotosintetico è quindi indispensabile che la pianta possegga clorofilla. In natura esistono le piante eterotrofe che sono quelle del tutto o in parte prive di clorofilla e che quindi non possono vivere da sole, ma devono nutrirsi di sostanze prodotte da altri organismi. Sono quelle piante che hanno sviluppato diversi meccanismi di interazione tra organismi: il parassitismo, come ad esempio nel caso del vischio o della Rafflesia arnoldii, le piante traggono il loro nutrimento da altri organismi oppure il saprofitismo, nel caso in cui gli organismi dai quali hanno origine le sostanze nutritive sono morti o in decomposizione. Nel mondo delle cactaceae è interessante ricordare il caso del Tristerix aphyllus (foto a lato) che è una pianta parassita delle Cactaceae cilene. E' un parassita di due specie di cactus, Echinopsis chilensis e Eulychnia acida. Il seme germina e forma una radichetta la cui punta si differenzia e si attacca all'epidermide del cactus che la ospita e ne trae il nutrimento. Successivamente il parassita sviluppa una infiorescenza che cresce verso l'esterno attraverso i tessuti dell'ospite.
Per la formazione della clorofilla sono indispensabili alcuni fattori dei quali il più importante è la luce ed infatti sono pochissime le piante che possono vivere al buio. Tutte le piante infatti, se mantenute al buio oppure in condizioni di scarsa illuminazione, divengono eziolate ed assumono un colore giallastro. Le piante inoltre possono assumere colorazioni poco scure in conseguenza dell'assenza, nel substrato di cultura,  degli elementi indispensabili (ferro, magnesio, ecc.) che rendono difficoltosa la sintesi della clorofilla.
Abbiamo quindi visto che, qualora fosse sprovvista di clorofilla, la pianta variegata deve vivere con una pianta che ne è fornita. Quando la pianta sia pertanto caratterizzata dall'assenza totale di clorofilla non può vivere autonomamente e quindi occorre ricorrere all'innesto della stessa su una pianta "verde" che sia in grado di assicurare la crescita alla nostra pianta. Un classico esempio sono Echinopsis chamaecereus (sin. Lobivia silvestrii) 'Golden Peanut' oppure Gymnocalycium mihanovichii cv. 'Hibotan' Britton & Rose che per la propria sopravvivenza devono dipendere da un portainnesto verde.
Gymnocalycium mihanovichii variegato, immagine di Mike Keeling
Gymnocalycium mihanovichii cv. 'Hibotan' Britton & Rose
Gymnocalycium horstii, immagine di Mike Keeling
Haworthia cymbiformis fa. variegata
Haworthia cymbiformis (Haw.) Duval fa. variegata
Haworthia cymbiformis fa. variegata
Hoya fa. variegata
La pratica dell'innesto diviene quindi indispensabile per moltiplicare delle varietà particolari di piante che non potrebbero vivere naturalmente e, nel caso delle piante variegate. L'innesto serve quindi per coltivare cactus che non hanno, oppure hanno in maniera insufficiente, il pigmento verde della clorofilla. Troviamo infatti piante che hanno colori che vanno dal giallo all'arancione al rosso in tutte le loro sfumature e che quindi possono vivere solo se innestate. Ricordate infatti che se la clorofilla è assente la colorazione bianca sostituisce quella verde, se la clorofilla è presente ma non è completamente  abbiamo colorazioni gialle, se la clorofilla è nascosta da altri pigmenti (antocianine) il colore va dal rosso all'arancio.
Agave victoriae-reginae 'Golden Princess'
Agave victoriae-reginae T.Moore fa. variegata
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