Il genere Aloe L. - La Casa delle Grasse

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Il genere Aloe L.

Schede generi A - B
Il genere Aloe appartiene alla famiglia delle Xanthorrhoeaceae (fino agli anni ottanta a quella delle Liliaceae, la stessa famiglia di aglio e cipolla). Il nome sembra derivare dal greco "àls" (genitivo "alòs") che sta per 'sale' a causa del succo amaro che ricorda il sapore dell’acqua marina). Aloe sono piante originarie dell’Africa del sud, con qualche specie endemica in Madagascar e nel resto dell’Africa fino all’Arabia meridionale. Da qua le piante sono state successivamente introdotte dall’uomo in tutto il bacino del Mediterraneo e nelle Americhe e sono praticamente divenute endemiche. La classificazione botanica è assai complessa a causa della estrema facilità con cui queste piante ibridano e pertanto si ritiene appartengano al genere Aloe alcune centinaia di specie (circa 350) con un numero ancora maggiore di ibridi naturali (circa 600).
Le Aloe si presentano con lunghe foglie a rosetta lanceolate, talvolta dentellate e spinose, che tendono a gonfiarsi e sgonfiarsi per resistere a periodi anche assai lunghi di siccità. Sono piante particolarmente restitenti alla siccità in quanto hanno la capacità di non perdere l’acqua né dagli stomi né da eventuali ferite grazie all'aloe gel  che è contenuto all'interno della foglia. Se infatti incidiamo una foglia fresca possiamo osservare con quanta rapidità venga secreta una sostanza che in poco tempo diviene una pellicola cicatrizzante.
Aloe vive bene nei climi temperati e pertanto anche in Italia può essere coltivata tranquillamente all’esterno nelle zone meridionali, mentre al nord deve essere riparata in inverno.
Il terriccio deve essere ben drenato. Va benissimo quello utilizzato normalmente per la coltivazione delle cactaceae con l'aggiunta di un po' più di torba o di buon terriccio. L'esposizione può essere anche mezz'ombra. Alcune specie (es. A. chinensis) assumeranno una colorazione più bella, saranno cioè di un verde più brillante se non esposte al sole di mezzogiorno o del pomeriggio. Per quanto riguarda le annaffiature occorre annaffiare abbondantemente ogni qualvolta il terriccio si sia asciugato completamente sapendo che è certamente meglio annaffiarle poco rispetto ad un eccesso di annaffiature che può invece portare a marcire la pianta. E' preferibile inoltre fare non far ristagnare l'acqua tra le foglie. Sono piante che, come abbiamo già detto, per la loro stessa natura, possono tollerare molto bene la siccità, mentre non tollerano in alcun modo i ristagni idrici.
Nel loro habitat naturale Aloe cresce in pendii ben drenati e mai a fondo valle o nei luoghi dove potrebbero esserci dei ristagni idrici.
Aloe può essere facilmente riprodotta per talea recidendo i numerosi germogli laterali che andranno fatti essiccare per alcuni giorni prima di interrarli direttamente nel substrato di crescita che dovrà essere mantenuto umido.
Aloe arborescens Mill.
Aloe inyangensis nei pressi del Mount Gurungue, Mozambico - Immagine di Ton Rulkens
Aloe polyphylla Pillans
Aloe cameronii nei pressi di Chimoio, Mozambico - Immagine di Ton Rulkens
Aloe sp.
Aloe è una pianta molto antica e le sue proprietà medicinali erano conosciute fin dall'antichità. Le prime testimonianze risalgono addirittura  ad una tavoletta di argilla ritrovata nei pressi di Bagdad datata 2200 A.C.. Nell'antico Egitto Aloe veniva utilizzata tra le sostanze per l'imbalsamazione definendola come "pianta dell'immortalità e veniva già coltivata a scopo terapeutico.  Ippocrate inoltre nei suoi libri di medicina ne elogia le proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche.
Aloe contiene infatti numerose sostanze: aloina, emodina, amminoacidi, zuccheri, enzimi, vitamine, minerali e numerose altre. Ovviamente i contenuti più o meno elevati di una sostanza o di un'altra variano a seconda della specie.
Fra le specie maggiormente utilizzate per le loro proprietà fitoterapiche e cosmetiche ricordiamo: A. arborescens, A. vera, A.  vera v. chinensis, A. ferox.
Per uso esterno viene usata come cicatrizzante per scottature e ferite, come lenitivo e calmante, come tonico rivitalizzante ed idratante della pelle.
Della pianta sono utilizzate principalmente le foglie per preparare il succo fresco o il gel. Quest'ultimo va impiegato per applicazioni esterne, mentre il succo deve essere bevuto nelle dosi di 1-2 cucchiai al giorno, anche per lunghi periodi (per esempio  30 giorni).
Per ottenere il massimo dei principi attivi devono essere utilizzate le foglie di piante di almeno 2-3 anni, sufficientemente grosse, succose, sane e pulite. Occorre praticare un’incisione lungo tutta la lunghezza della foglia, per  poterla aprire a libro ed estraetene il gel con un cucchiaio.
Il gel può essere utilizzato subito ad esempio spalmandolo sulla pelle da trattare e non va conservato. Il succo, invece, si ottiene spremendo la foglia. Anche in questo caso il prodotto  va subito utilizzato poiché tende ad ossidarsi velocemente e può essere conservato in frigorifero al massimo per 1-2 giorni.
Aloe cultivar

Famiglia: Xanthorrhoeaceae

Genere: Aloe

Principali specie:

Aloe arborescens Mill.
Aloe aristata Haw.
Aloe claviflora Burch.
Aloe chabaudii Schönland
Aloe dichotoma Masson
Aloe ferox Mill.
Aloe humilis Mill.
Aloe marlothii A. Berger
Aloe parvula A. Berger
Aloe pienaarii Pole Evans
Aloe polyphylla Pillans
Aloe rauhii Reynolds
Aloe variegata L.
Aloe vera (L.) Burm. f.
Aloe chabaudii Schönland nei pressi del Mount Humbe, Barue district, Manica, Mozambico - Immagine di Ton Rulkens
Aloe pienaarii Pole Evans nei pressi di Goba Fronteira, Mozambico Immagine di Ton Rulkens
Aloe cryptopoda nei pressi del Mount Gorongosa, Mozambico - Immagine di Ton Rulkens
Aloe carnea nei pressi del Mount Zhinhamapiri a sud di Chimoio, Mozambico - Immagine di Ton Rulkens
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